Presentazione
“… e da questa diversità de siti senza dubbio nasce che in questo luogo si trovano tanta varietà di piante e di natura calde e fredde, e silvestre e domestiche, acquatiche et montane, quanta in nessun’altra della Italia…”
Con queste parole Francesco Calzolari, botanico e farmacista alla Campana d’Oro di Verona, nel Cinquecento descriveva all’inizio del suo “Il Viaggio di Monte Baldo, della magnifica citta di Verona”, quella che oggi sarebbe definita la “biodiversità ecosistemica” del Monte Baldo. Il Calzolari, grande conoscitore dell’ambiente baldense, fu il primo tra gli uomini di scienza, a comprendere che la ricchezza floristica del Monte Baldo era da mettere in relazione con l’eccezionale varietà di ambienti che caratterizza questa stupenda propaggine alpina, incuneata nella Pianura Padano-Veneta, tra il Lago di Garda e la Valle dell’Adige.
In questa “operetta”, come lo stesso autore la definisce, pubblicata nel 1566, sono citate più di 400 specie di piante, segnalate e in buona parte raccolte nel corso delle sue frequenti erborizzazioni in territorio veronese. L’assoluta unicità per l’epoca di questa pubblicazione, che descriveva per la prima volta le piante in stretta relazione con i loro habitat, ha indotto alcuni botanici a considerarla la prima vera flora d’Europa.
Da buon speziale e da ottimo botanico, partendo da Rivoli Veronese, dove possedeva un piccolo podere, Calzolari perlustrò minuziosamente il Monte Baldo alla ricerca di “semplici”, erbe e piante officinali con cui preparava efficacissimi rimedi. Sul Baldo accompagnò i più famosi botanici del tempo: Luca Ghini di Pisa, Ulisse Aldrovandi di Bologna, Luigi Anguillara di Padova e, probabilmente, anche Pietro Andrea Mattioli di Siena. Mosso da una grande passione per le cose della natura e rapito dalla loro bellezza, egli, però, non si limitò allo studio dei “semplici”, ma si cimentò anche nella raccolta di numerosissimi oggetti naturali, conservati nel suo ammiratissimo Theatrum Naturae, che rappresentò, probabilmente, la prima forma di Museo moderno.
Le attività del Calzolari accrebbero talmente la fama del Monte Baldo che, alla fine del ‘500, il medico cremonese Giovanni Battista Olivi attribuì al Baldo l’appellativo di Hortus Italiae, giardino d’Italia, e, due secoli dopo, Linneo, il fondatore della sistematica moderna, considerò il Monte Baldo come una vera e propria regione botanica, alla pari delle grandi catene montuose europee. Lo stesso Linneo riconobbe l’importanza del Calzolari come botanico, dedicandogli il genere Calceolaria.
Dai tempi del Calzolari, dunque, il Monte Baldo è riconosciuto dai naturalisti come un territorio di grande interesse sia dal punto di vista paesaggistico-ambientale, sia dal punto di vista biogeografico, per la presenza di numerose specie endemiche. Alcuni dati possono aiutare a capire le dimensioni della sua diversità biologica; secondo un recente censimento il Monte Baldo ospita quasi 2.000 specie di piante, il 43% delle specie dell’intera flora alpina, pur estendendosi solo sullo 0,2% del territorio occupato dalle Alpi. In questo massiccio di natura calcarea, inoltre, sono state censite dagli entomologi 2.085 specie diverse di farfalle, su un totale di 5.127 specie segnalate nell’Italia intera. Inoltre, sono numerose le specie endemiche, esclusive del massiccio baldense, tra i vegetali e, soprattutto, tra gli invertebrati. Una varietà biologica eccezionale che fa sì che quest’area possa essere considerata tra quelle con la biodiversità più elevata, non solo in Italia, ma nell’intera Europa.
In qualità di Presidente di World Biodiversity Association, è per me motivo di grande soddisfazione presentare questo primo volume della nuova serie “WBA Monographs”, dedicato a Francesco Calzolari. Nei 400 anni trascorsi dalla sua morte, avvenuta nel 1609, sono stati numerosi i naturalisti veronesi che hanno raccolto la sua eredità, facilitati dalla straordinaria ricchezza del territorio e, nell’ultimo secolo, dall’attività scientifica del Museo Civico di Storia Naturale di Verona. Tra questi, il professor Daniele Zanini si è distinto negli ultimi decenni per le sue indagini naturalistiche, prevalentemente botaniche, nel territorio veronese, in particolare in quello baldense. Con assidue attività di ricerca sul campo, portate avanti con grande energia e passione, egli ha contribuito ad incrementare le conoscenze sulla distribuzione di numerose specie del nostro territorio e, attraverso varie pubblicazioni e iniziative, ha promosso la conservazione della biodiversità, soprattutto tra i giovani.
Con questo volume di grandissimo valore, scientifico e storico nello stesso tempo, Daniele Zanini rende omaggio a Francesco Calzolari e alle sue piante. L’omaggio è al precursore del naturalismo veronese e rappresenta il riconoscimento definitivo del valore del Calzolari come naturalista, oltre che come speziale. Lo spirito che animava il Calzolari nelle sue erborizzazioni sul “botanico monte” rivive, intatto, nell’attenta e minuziosa analisi di Zanini sulle piante citate nel “Viaggio di Monte Baldo”, nelle epistole e nella famosa Theriaca.
Quest’opera può rappresentare, inoltre, uno strumento importante per valutare le modificazioni ambientali intervenute nel Veronese negli ultimi secoli, attraverso l’analisi comparata tra le componenti vegetali presenti sul territorio nel Cinquecento e quelle presenti oggi. I cambiamenti, spesso di origine antropica, ci fanno comprendere quanto sarebbe importante nella pianificazione territoriale considerare anche questi aspetti, prima di realizzare interventi modificativi di grande impatto.
Desidero, infine, ringraziare i membri del Comitato Scientifico ed Editoriale di W.B.A. onlus e gli Enti e le Istituzioni che in vario modo hanno contribuito alla pubblicazione di quest’opera: il Comitato Regionale per le celebrazioni del quarto centenario della morte di Francesco Calzolari, il Comune di Ferrara di Monte Baldo e l’Accademia di Agricoltura Scienze e Lettere di Verona.
Gianfranco Caoduro
Presidente di World Biodiversity Association onlus
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