2. LE SPECIE INVASIVE: FAQ
Che cos’è una Specie Invasiva?
Le specie invasive sono comunemente considerate quelle specie che invadono l’habitat di un’altra specie ed entrano in competizione con questa per lo spazio e le risorse. Dal momento che non sono autoctone di tale habitat sono anche dette specie aliene (dal latino “alienus”, straniero, estraneo) o alloctone per separarle dalle specie native/autoctone con cui competono. L’invasione può iniziare naturalmente ma oggi, in un mondo globalizzato, per lo più avviene tramite introduzione (accidentale o non) da parte di esseri umani. Questo è un problema per l’habitat e per le specie autoctone che di solito non hanno il tempo, lo spazio o le risorse per ospitarle, e qui inizia la competizione, solitamente svantaggiosa per le specie autoctone che devono aggiungere un altro avversario (e per di più sconosciuto) alla schiera di quelli già presenti. Le specie invasive sono note per essere una tra le principali minacce per la biodiversità del nostro pianeta. Globalizzazione, trasporti transcontinentali facili e veloci e soprattutto l’ignoranza umana, hanno generato un enorme esercito di specie aliene. Ma non preoccupatevi: Flatty combatte per voi!
Quante Specie Invasive ci sono in Europa?
In Europa ci sono oltre 10.000 specie aliene (Hulme et al., 2010) e stanno aumentando di anno in anno. Alcune di queste sono spesso elusive e non è facile riconoscerle, altre sono evidenti e iconiche e attirano l’attenzione dei media. Oltre agli scoiattoli grigi si possono incontrare ad esempio il Visone americano, la Nutria o la più piccola Tartaruga dalle orecchiette rosse o il Gambero della Lousiana, così come piante come la Robinia o l’Alianto, solo per citare alcuni dei più famosi.
Una specie invasiva va sempre eliminata?
Non necessariamente. Se è realisticamente possibile e sostenibile riportarla nel suo luogo di origine (gli individui introdotti sono pochi e facilmente catturabili) oppure renderla sterile in modo tale che il danno sia limitato ad una singola generazione, è senza dubbio la soluzione preferibile. Ma nella gran parte dei casi, quando ci si accorge del problema, queste soluzioni sono molto spesso già superate e impraticabili. Si parte sempre dal presupposto che un animale introdotto dall’uomo non ha colpe e non merita sofferenze inutili. La soluzione dei problemi che questo crea è sempre commisurata e gestita come compromesso tra le sofferenze che causa (o potrà causare) all’ambiente in cui è stato introdotto e quelle che deve subire lui per non causarne. Una volta fatto il danno di un’introduzione sbagliata, purtroppo è sempre difficile risolverlo senza che nessuno ne faccia le spese.
Mi dispiace che sia arrivata qui una specie aliena invasiva ma oramai il danno è fatto. Non possiamo evitare di fare altri danni e lasciare che la natura faccia il suo corso?
La situazione che l’uomo ha creato introducendo una specie aliena invasiva non fa parte del corso nella natura, in cui le due specie non sarebbero mai entrate in contatto. Lasciare che la natura faccia il suo corso in questi casi significa solo creare una situazione innaturale e instabile. In pratica significa creare un problema e poi lavarsene le mani. Gli scoiattoli rossi non lo giudicherebbero un comportamento molto corretto…
In natura specie diverse competono tra di loro in continuazione. Non possiamo dare il tempo a scoiattoli grigi e rossi di trovare il loro equilibrio, magari incrociandosi e producendo una specie “grigetta”?
In natura competono le specie che la natura ha messo di fronte. Scoiattoli grigi e rossi sono stati messi di fronte dagli esseri umani. Due specie in competizione non trovano accordi finché una non ha eliminato l’altra (cosa che è ad un passo dall’accadere in Inghilterra). Due specie diverse poi non sono interfeconde e non possono quindi incrociarsi per produrne una terza. Scordiamoci quindi un futuro di pace popolato da scoiattoli “grigetti”.